Partita in rete, la protesta porterà i cittadini a manifestare davanti alle rappresentanze diplomatiche a Hanoi e Ho Chi Minh City. Il governo filippino annuncia una protesta alle Nazioni Unite. Le mire della Cina sulle isole Spratly e Paracel preoccupano anche gli Stati Uniti.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – Blogger e internauti vietnamiti hanno lanciato una protesta in rete, contro le “provocazioni” di Pechino nel mar Cinese meridionale. Domani sono in programma manifestazioni ad Hanoi e Ho Chi Minh City, a pochi giorni di distanza dagli scontri fra navi dei due Paesi al largo delle coste vietnamite. Intanto le Filippine annunciano l’intenzione di sottoscrivere una protesta formale alle Nazioni Unite, in cui si accusa la Cina di “incursioni” nelle acque territoriali dell’Arcipelago.
Attraverso i social network fra cui Facebook (nella foto: immagine della campagna), blog e messaggi di testo, i vietnamiti si sono dati appuntamento per domani, davanti all’ambasciata cinese di Hanoi e al consolato di Ho Chi Minh City. I manifestanti porteranno dei cartelli, contenenti frasi di condanna per il comportamento “provocatorio” mantenuto da Pechino in merito alla contesa sulle isole Spratly e le Paracel, nel mar Cinese meridionale. I manifestanti provengono da tutti i settori della società vietnamita, senza distinzioni di età o credo politico. Si tratta della seconda protesta pubblica in Vietnam contro il gigante cinese. Nel 2007 centinaia di cittadini hanno circondato l’ambasciata ad Hanoi, per sostenere le rivendicazioni del governo sulle disabitate, ma assai ricche di risorse e materie prime, isole Spratly e Paracel.
Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi, fra cui le isole Spratly e l’arcipelago Paracel (cfr AsiaNews, 07/05/2010 Tokyo e Hanoi sfidano la sovranità cinese sul Mar Orientale). La sua egemonia riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento delle materie prime, tra cui immense riserve di petrolio e gas naturale. A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, il Sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti nell’area.
Sulla vicenda delle isole contese, il governo filippino presenterà una protesta formale alle Nazioni Unite. La decisione, avallata dal presidente Benigno Aquino, è frutto delle ripetute incursioni delle navi di Pechino nelle acque territoriali filippine, per costruire postazioni e rafforzare le proprie ambizioni sui giacimenti della zona. L’ambasciata cinese a Manila respinge le accuse, ma conferma la presenza di proprie imbarcazioni per condurre “normali attività marittime di ricerca”.
Le tensioni nel mar Cinese meridionale saranno uno dei punti trattati al vertice regionale in programma a Singapore. Partita nella serata di ieri, la tre giorni di incontri registra la partecipazione del segretario di Stato Usa alla difesa Robert Gates, in un momento in cui le relazioni fra Washington e Pechino sembrano inasprirsi. Al vertice saranno presenti anche centinaia di alti ufficiali dell’esercito, funzionari dell’intelligence, produttori di armi e analisti.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – Blogger e internauti vietnamiti hanno lanciato una protesta in rete, contro le “provocazioni” di Pechino nel mar Cinese meridionale. Domani sono in programma manifestazioni ad Hanoi e Ho Chi Minh City, a pochi giorni di distanza dagli scontri fra navi dei due Paesi al largo delle coste vietnamite. Intanto le Filippine annunciano l’intenzione di sottoscrivere una protesta formale alle Nazioni Unite, in cui si accusa la Cina di “incursioni” nelle acque territoriali dell’Arcipelago.
Attraverso i social network fra cui Facebook (nella foto: immagine della campagna), blog e messaggi di testo, i vietnamiti si sono dati appuntamento per domani, davanti all’ambasciata cinese di Hanoi e al consolato di Ho Chi Minh City. I manifestanti porteranno dei cartelli, contenenti frasi di condanna per il comportamento “provocatorio” mantenuto da Pechino in merito alla contesa sulle isole Spratly e le Paracel, nel mar Cinese meridionale. I manifestanti provengono da tutti i settori della società vietnamita, senza distinzioni di età o credo politico. Si tratta della seconda protesta pubblica in Vietnam contro il gigante cinese. Nel 2007 centinaia di cittadini hanno circondato l’ambasciata ad Hanoi, per sostenere le rivendicazioni del governo sulle disabitate, ma assai ricche di risorse e materie prime, isole Spratly e Paracel.
Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi, fra cui le isole Spratly e l’arcipelago Paracel (cfr AsiaNews, 07/05/2010 Tokyo e Hanoi sfidano la sovranità cinese sul Mar Orientale). La sua egemonia riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento delle materie prime, tra cui immense riserve di petrolio e gas naturale. A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, il Sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti nell’area.
Sulla vicenda delle isole contese, il governo filippino presenterà una protesta formale alle Nazioni Unite. La decisione, avallata dal presidente Benigno Aquino, è frutto delle ripetute incursioni delle navi di Pechino nelle acque territoriali filippine, per costruire postazioni e rafforzare le proprie ambizioni sui giacimenti della zona. L’ambasciata cinese a Manila respinge le accuse, ma conferma la presenza di proprie imbarcazioni per condurre “normali attività marittime di ricerca”.
Le tensioni nel mar Cinese meridionale saranno uno dei punti trattati al vertice regionale in programma a Singapore. Partita nella serata di ieri, la tre giorni di incontri registra la partecipazione del segretario di Stato Usa alla difesa Robert Gates, in un momento in cui le relazioni fra Washington e Pechino sembrano inasprirsi. Al vertice saranno presenti anche centinaia di alti ufficiali dell’esercito, funzionari dell’intelligence, produttori di armi e analisti.