Il luogo è della parrocchia da più di cento anni e dal 1944 è usato come cimitero. Sacerdoti e fedeli sono andati a portare solidarietà ai parrocchiani aggrediti. Ritrovati e ricoverati in ospedale i due feriti che la polizia aveva portato via.
Hanoi (AsiaNews) – “Un sacrilegio” che “offende la fede cattolica”: è indignata l’arcidiocesi di Hanoi per la distruzione, compiuta il 6 gennaio, con l’esplosivo, del crocefisso del cimitero della parrocchia di Dong Chiem. Lo stesso giorno, “sacerdoti e fedeli sono accorsi a Dong Chiem per portare solidarietà e auguri ai pastori e ai parrocchiani. Sono stati vicino alle vittime della violenza e hanno concelebrato una messa, pregando per i feriti e per la parrocchia nel suo insieme”.
“La collina - afferma una dichiarazione di ieri del vicecancelliere, padre John Le Trong Cung - è sempre stato proprietà della parrocchia, fin dalla sua istituzione, più di cento anni fa”. Inoltre, “fin dai tempi della Grande fame, che - prosegue la dichiarazione - colpi il nord del Vietnam dall’ottobre 1944 fino a maggio 1945 e nella quale due milioni di persone morirono di stenti, il luogo è stato usato come cimitero della parrocchia. Ancora oggi, poi, la parrocchia permette ad alcune persone di affittare parte della collina per coltivarla”.
Si sa, però, che le autorità negano ogni diritto di proprietà, con l’affermazione che in un Paese comunista “la terra appartiene al popolo e lo Stato la gestisce per il popolo”.
Padre John Le Trong Cung ricorda poi che di fronte alla distruzione della croce, i fedeli sono intervenuti per chiedere alla polizia di non portare avanti l’azione sacrilega, ma le centinaia di agenti in tenuta antisommossa presenti hanno reagito con brutalità. “Almeno una decina di persone sono state duramente bastonate, due di loro sono state ferite seriamente e portate in una clinica di Te Tieu, dove però non sono state curate. Più tardi, i sacerdoti e i fedeli le hanno trovate e le hanno portate all’ospedale di Viet Duc, e qui i medici sono intervenuti”.
”Ora stiamo vivendo un grande dolore e siamo colpiti, perché quanto accaduto al crocefisso è un sacrilegio contro Cristo, nostro Signore. E’ stato un vero sacrilegio, un insulto contro il simbolo iù sacro della nostra fede. L’aver assalito brutalmente inermi e innocenti civili è un atto selvaggio e inumano,che ferisce gravemente la dignità umana. Questa ottusa condotta va condannata”.
Padre Le Trong Cung chiede infine a sacerdoti, religiosi e fedeli di pregare “perché il nostro Paese divenga giusto, democratico e civile e nel quale siano rispettati e valori sacri e protetti i diritti umani”.
“La collina - afferma una dichiarazione di ieri del vicecancelliere, padre John Le Trong Cung - è sempre stato proprietà della parrocchia, fin dalla sua istituzione, più di cento anni fa”. Inoltre, “fin dai tempi della Grande fame, che - prosegue la dichiarazione - colpi il nord del Vietnam dall’ottobre 1944 fino a maggio 1945 e nella quale due milioni di persone morirono di stenti, il luogo è stato usato come cimitero della parrocchia. Ancora oggi, poi, la parrocchia permette ad alcune persone di affittare parte della collina per coltivarla”.
Si sa, però, che le autorità negano ogni diritto di proprietà, con l’affermazione che in un Paese comunista “la terra appartiene al popolo e lo Stato la gestisce per il popolo”.
Padre John Le Trong Cung ricorda poi che di fronte alla distruzione della croce, i fedeli sono intervenuti per chiedere alla polizia di non portare avanti l’azione sacrilega, ma le centinaia di agenti in tenuta antisommossa presenti hanno reagito con brutalità. “Almeno una decina di persone sono state duramente bastonate, due di loro sono state ferite seriamente e portate in una clinica di Te Tieu, dove però non sono state curate. Più tardi, i sacerdoti e i fedeli le hanno trovate e le hanno portate all’ospedale di Viet Duc, e qui i medici sono intervenuti”.
”Ora stiamo vivendo un grande dolore e siamo colpiti, perché quanto accaduto al crocefisso è un sacrilegio contro Cristo, nostro Signore. E’ stato un vero sacrilegio, un insulto contro il simbolo iù sacro della nostra fede. L’aver assalito brutalmente inermi e innocenti civili è un atto selvaggio e inumano,che ferisce gravemente la dignità umana. Questa ottusa condotta va condannata”.
Padre Le Trong Cung chiede infine a sacerdoti, religiosi e fedeli di pregare “perché il nostro Paese divenga giusto, democratico e civile e nel quale siano rispettati e valori sacri e protetti i diritti umani”.