Hanoi (AsiaNews) - Non cala la tensione nei rapporti tra i cattolici vietnamiti e le autorità, come testimoniano nuovi episodi di violenza alla parrocchia di Dong Chiem, mentre la Conferenza episcopale ha chiesto formalmente la rettifica di una notizia diffusa dall’agenzia ufficiale VNA. Tale fonte sosteneva che i vescovi avevano presentato gli auguri per il Nuovo anno lunare al Fronte patriottico, un organismo legato al Partito comunista. Cosa che l’episcopato nega.
A Dong Chiem dopo la distruzione del crocefisso che sorgeva sul monte Che e l’asportazione forzata delle croci che i fedeli vi avevano portato, la gran parte delle centinaia di agenti e di attivisti che erano stati fatti affluire a gennaio si erano allontanati i media statali avevano enfatizzato un “ritorno alla normalità”.
Così non è. Il 24 febbraio un gruppo di suore delle Amanti della Croce, venute da Ho Chi Minh City insieme a decine di fedeli laici per visitare i parrocchiani in occasione del Nuovo anno, sono state aggredite e picchiate da agenti in borghese, all’ingresso del paese. Le suore non sono state ferite gravemente, ma il volontario di Hanoi che faceva loro da guida ha dovuto essere ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Viet Duc.
L’episodio fa seguito a quanto accaduto il 19 febbraio, quando una decina di fedeli della parrocchia di Nam Du, della diocesi di Hanoi, mentre tornavano verso casa sono stati segno del lancio di grosse pietre. Essi hanno raccontato che gli agenti hanno lanciato grosse pietre, provocando loro ferite non gravi, ma danneggiando seriamente la loro auto (nella foto).
Gli agenti in borghese, dice a Hanoi padre Joseph Nguyen, “sono molto aggressivi”. “I pellegrini che vanno a Dong Chiem sono stati minacciati e aggrediti persino in occasione del Nuovo anno”.
A rendere più evidente che l’obiettivo della violenza sono proprio i cattolici, c’è il fatto che coloro che si recano in visita alla famosa pagoda Huong, che sorge non lontano da Dong Chiem, vengono accolti amichevolmente e protetti dagli agenti che fanno parte dello stesso dipartimento.
Violenze a parte, un altro segnale del clima teso esistente è stato dato dalla decisione della Conferenza episcopale che ha chiesto la rettifica della notizia pubbllicata dalla VNA e dall’agenzia del Partito comunista, secondo le quali il 29 gennaio una rappresentanza dei vescovi aveva presentato i suoi auguri al Fronte patrottico. I vescovi hanno affermato che nessuna delle persone delle quali le agenzie facevano il nome aveva ricevuto alcun tipo di promessa, né l’incarico di trasmettere gli auguri all’organizzazione. Singolarmente e collettivamente, i vescovi hanno espresso la loro preoccupazione per il modo fazioso col quale i media statali presentano le attività religiose, sottolineando come il dialogo tra Stato e Chiesa possa aver luogo solo nella verità.